1 aprile 2025
La primavera 2025 segna un momento cruciale per il mercato energetico europeo. A soli due anni dalla scadenza dell’obiettivo di eliminazione totale del gas russo entro il 2027, l’Unione Europea si trova di fronte a una realtà sconcertante: nel 2024, le importazioni di gas russo sono aumentate del 18%, in netta contraddizione con gli impegni politici assunti dopo l’invasione dell’Ucraina.
La realtà dei numeri
Secondo il recente rapporto di Ember “The final push for EU Russian gas phase-out”, pubblicato il 27 marzo 2025, le importazioni di gas russo nell’UE sono salite da 38 a 45 miliardi di metri cubi nell’ultimo anno. Gli aumenti più significativi si sono registrati in Italia (+4 bcm), Repubblica Ceca (+2 bcm) e Francia (+1,7 bcm), con il gas russo che rappresenta ancora il 14% del consumo totale di gas dell’UE.
“Con cento giorni di nuova Commissione Europea alle spalle, il percorso verso l’eliminazione del gas russo è ancora mancante”, avverte Paweł Czyżak, responsabile regionale di Ember. “Non sono le sfide tecniche a ostacolare i progressi, ma alcuni Stati membri che prendono decisioni pericolosamente miopi”.
Il paradosso delle infrastrutture
Mentre i prezzi del gas europeo (TTF) restano circa il doppio rispetto ai livelli pre-crisi – con un aumento del 59% solo nel 2024, da 30 a 48 EUR/MWh – l’Europa continua a investire massicciamente in nuove infrastrutture per il gas. La capacità di importazione di GNL è prevista aumentare del 54% entro il 2030, in netto contrasto con una domanda di gas stagnante.
Il rapporto evidenzia un potenziale eccesso di capacità di 131 bcm entro il 2030 – un volume equivalente alla domanda annuale combinata di Germania, Francia e Polonia. “Questa sovracapacità non solo rappresenta uno spreco di risorse pubbliche, ma rischia di sottrarre investimenti da misure a lungo termine come rinnovabili ed efficienza energetica”, sottolinea il rapporto.
La lezione dimenticata della crisi 2022-2023
La crisi energetica del 2022 avrebbe dovuto rappresentare un punto di svolta per l’Europa. I prezzi del gas raggiunsero picchi storici di 339 €/MWh nell’agosto 2022, con un aumento di oltre il 700% rispetto ai livelli pre-crisi. Quella “tempesta perfetta” rivelò la vulnerabilità europea alla volatilità dei mercati energetici.
L’analisi fondamentale mostra che:
- I movimenti di prezzo durante la crisi potevano raggiungere il 20-30% in una singola giornata
- Il livello degli stoccaggi è diventato il barometro principale del sentimento di mercato
- La domanda ha dimostrato un’elasticità maggiore del previsto, soprattutto nel settore industriale
Oggi, la situazione primaverile del 2025 presenta analogie inquietanti con il periodo pre-crisi del 2022, con livelli di stoccaggio critici (34,98% in Germania) rispetto al 51% dello stesso periodo nel 2022.
La dipendenza continua
Le importazioni totali dell’UE di combustibili fossili russi hanno raggiunto 21,9 miliardi di euro nel 2024, superando i 18,7 miliardi di euro di aiuti finanziari forniti all’Ucraina. Questa tendenza preoccupante continua nel 2025, con importazioni medie di GNL russo pari a 74,3 milioni di metri cubi al giorno a febbraio, con un aumento mensile dell’11%.
Il ricorso a ‘navi fantasma’ e la pratica di ‘riciclaggio’ del GNL russo stanno diventando sempre più diffusi, permettendo al gas russo di entrare nei mercati europei senza sanzioni. La Germania, nonostante il divieto di importare direttamente GNL russo, continua ad acquistarlo attraverso altri porti europei, grazie alla mancanza di trasparenza nel mercato interno del gas dell’UE.
Le sei raccomandazioni chiave
Il rapporto dell’Ember propone sei azioni concrete:
- Introdurre un obiettivo giuridicamente vincolante per l’eliminazione graduale del gas russo entro il 2027
- Evitare nuove dipendenze energetiche, in particolare dal GNL importato
- Ridurre la domanda di gas attraverso efficienza energetica, ristrutturazioni edilizie ed elettrificazione
- Utilizzare più efficientemente le infrastrutture esistenti anziché costruirne di nuove
- Migliorare la pianificazione integrata del sistema energetico
- Aumentare la trasparenza dei dati per un monitoraggio efficace
“L’UE deve smettere di indugiare e agire immediatamente per implementare misure giuridicamente vincolanti – non promesse vuote – per stabilire una chiara tabella di marcia per porre fine alle importazioni di gas russo”, afferma Isaac Levi del Centro per la Ricerca sull’Energia e l’Aria Pulita (CREA).
Conclusione: il tempo delle scelte
La situazione attuale del mercato del gas europeo evidenzia un preoccupante disallineamento tra obiettivi strategici dichiarati e azioni concrete. Mentre la retorica politica enfatizza l’indipendenza energetica e la transizione verde, i dati raccontano una storia diversa.
La vera sfida per l’Europa non è tecnica ma politica: riuscirà l’UE a mettere la sicurezza del blocco al di sopra dei presunti guadagni finanziari a breve termine di una manciata di Stati membri? La risposta a questa domanda determinerà non solo il futuro energetico dell’Europa, ma anche la sua credibilità come attore geopolitico autonomo.